Descrizione
Teologia dell’insurrezione
Thomas Müntzer e la guerra dei contadini: una rivolta di popolo nel cuore dell’Europa Moderna
«Guarda, i signori e i prìncipi sono l’origine di ogni usura, d’ogni ladrocinio e rapina; essi si appropriano di tutte le creature: dei pesci dell’acqua, degli uccelli dell’aria, degli alberi della terra. E poi fanno divulgare tra i poveri il comandamento di Dio: “Non rubare”. Ma questo non vale per loro. Riducono in miseria tutti gli uomini, pelano e scorticano contadini e artigiani e ogni essere vivente; ma per costoro, alla più piccola mancanza, c’è la forca» (Thomas Müntzer, Confutazione ben fondata, 1524).
Ai tempi della Riforma protestante, tra il 1524 e il 1526, mentre la predicazione di Lutero e lo stesso ruolo del monaco agostiniano si rivelavano perfettamente compatibili con lo status quo, nei territori di lingua tedesca del Sacro Romano Impero masse crescenti di diseredati iniziarono a recepire in modo assolutamente nuovo il senso delle Sacre Scritture. Fu così che, se ogni uomo è stato creato uguale, come il cristianesimo dice di insegnare, quell’uguaglianza iniziò a essere pretesa sul serio, accendendo una rivolta senza precedenti nel cuore dell’Europa. Alla testa dei ribelli, un pastore originario della Bassa Sassonia, Thomas Müntzer, secondo cui era possibile spiegare ogni ingiustizia commessa sulla pelle del popolo e ogni sofferenza a cui lo stesso popolo era costretto con la demoniaca alleanza che, nel nome del profitto, aveva sottratto agli ultimi persino la parola di Dio. La Riforma, in questo modo, si trasformò ben presto in Rivoluzione: una guerra dei contadini a cui Martin Freiberger rende il giusto tributo storiografico, esplorando quel terreno misconosciuto in cui, insopprimibili, affondarono le radici teologiche della rivolta.